Bobolino

Posto sulle colline dell’Oltrarno, è un esempio di parco all’inglese

il Parco del Bobolino è composto da tre giardini realizzati nei parterre delle anse del viale Machiavelli, nella porzione che risale fino a piazzale Galileo.
Il giardino di valle è caratterizzato dalla prevalenza di tappeti erbosi e percorsi di ghiaia, in cui si inseriscono alberature per lo più puntuali, un’ampia aiuola ellissoidale con bordura verde e una vasca in roccaglia.
Nel giardino immediatamente successivo, quello centrale, si sviluppa non solo il tema architettonico già presente nel giardino di valle, mediante l’inserimento di una grande vasca circolare con zampilli d’acqua, di sedute integrate nelle aiuole, e di una grotta ma anche quello vegetale grazie alla presenza di numerosi alberi appartenenti a specie diverse, segno del collezionismo botanico in voga all’epoca, tra cui spicca il “Cedro dell’incenso” situato sul lato sinistro dell’aiuola centrale.
Il terzo giardino, quello più prossimo a piazzale Galileo, riprende il tema vegetale iniziale mentre a livello architettonico è caratterizzato dalla presenza di due torrini e da un sistema di scalinate e terrazzamenti.

Il Parco del Bobolino insieme al Parco delle ex Scuderie Reali, costituisce estensione oltre le mura medievali dello storico Giardino di Boboli. L’ampliamento fu realizzato dall’architetto Giuseppe Poggi tra il 1865 e 1877 nell’ambito della più ampio intervento di realizzazione del “Viale dei Colli”, da questo già inserito fin dalle prime stesure nel Piano Regolatore di ampliamento della città redatto per “Firenze Capitale”.

Il nuovo viale, dall’andamento sinuoso per meglio inserirsi sull’orografia naturale del terreno, ripido e scosceso, è un esempio di parco lineare verde, che da una parte trasforma il paesaggio rurale a sud dell’Arno in un giardino all’inglese a scala urbana, e dall’altro sottende lo sviluppo del nuovo quartiere signorile impostato sulla tipologia urbanistica della “città-giardino”, tipico dell’epoca.

Il Parco del Bobolino costituisce proprio la parte centrale di questo giardino all’inglese a scala urbana, che giunge fino a noi senza sostanziali modifiche ad eccezione della porzione più prossima al Piazzale Galileo di cui è variata anzitutto la funzione. Infatti in esso vi era lo “Stabilimento Tivoli”: un insieme di “fabbriche”, non più esistenti, destinate ad attività di intrattenimento e di bar-ristorazione di richiamo sia per i signori locali che per quelli di passaggio.

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